Dopo aver sfogato una indignazione profonda e doverosa nei confronti dei politici e degli archeologi coinvolti nelle vicende citate e da citare, mi sono venuti in mente alcuni archeologi che non meritavano l'essere messi nello stesso fascio d'erba in cui ho messo i palesemente inadeguati a ricoprire questo importante ruolo, mi riferisco in particolar modo ad alcuni dei più giovani non ancora inglobati in certi giochi di potere. Ce ne sono anche tanti altri, di cui non si parla mai, che svolgono il loro lavoro con tanta passione, dedizione e nel miglior modo che possono, a loro và un personale riconoscimento di stima. Quindi, per evitare di buttare l'acqua sporca con le pepite d'oro, ci tenevo a precisare 2 cose.
1 ) È facile distinguere le brave persone da quelle che non son degne, come?
Semplice, mi aiuto parafrasando una citazione biblica che recita così: L'albero si vede dal frutto. Aggiungo io: L'archeologo pure. Possiamo individuare tranquillamente chi ha delle responsabilità nelle azioni o omissioni. Adesso proviamo a chiarirci le idee.
2 ) Nessuna scusante o attenuante dell'intero panorama politico isolano, son bravi solo a scaricare il barile delle responsabilità. Esattamente come chi ha avuto responsabilità nel governo della regione, nel 1988, da cui sono derivate le messe all'asta delle 5.000 aziende Sarde per richiesta delle banche. Sono gli stessi che oggi puntano il dito delle responsabilità sul banco di sardegna che loro stessi hanno venduto ai loro COMPAGNI dall'emilia romagna. Quindi se ci vogliono fare un favose, se ne vadano loro prima che li mandiamo noi.